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ph  Stefano Fanni

   Teatro Sociale e di Comunità

 

 

Si occupa di Teatro Sociale e di Comunità dal 1997.

Durante quest'arco di tempo, attraverso un lavoro di ricerca continuo, sviluppa una personale metodologia teatrale, ispirata ai modelli processuali dei riti di passaggio delle comunità primitive e specificamente rivolta all'ambito clinico e socio-educativo, a tutela della salute mentale e del diritto all'arte per tutti.

Progetta e conduce laboratori di servizio realizzati per conto dei Centri di Salute Mentale di Cagliari, Ales, Sanluri, San Gavino, Carbonia, Sorgono, dei servizi sociali dei Comuni di Atzara, Meana Sardo, Desulo, Sestu, Sarroch, Monastir, Decimo Putzu, Siliqua, Vallermosa, Villasor, Villaspeciosa, Uta e del carcere di massima sicurezza di Tempio Pausania.

Come formatore e ricercatore di Teatro Sociale, educativo e riabilitativo, presenta la propria esperienza in conferenze e seminari, tenuti a Cagliari, Palaia, Assisi, Sassari, Tempio Pausania, Arzachena, Firenze, Milano, Cerignola, Sant’Antonio Valfurva, Bormio, Santulussurgiu.

Partecipa a stage e workshop su differenti metodologie di analisi del movimento e di espressività corporea, applicate in forma integrata nei propri laboratori di servizio per la tutela della salute mentale:

- “Metodo Feldenkrais” diretto da Fiammetta Bianconi, nell'ambito della Accademia      Internazionale di Teatro di Roma

- “Authentic Movement” diretto da Zoe Avstreih e da Yael Barkai

- "Expression primitive", diretti da Johan Dhaese, France Schott Bilmann

- “Metodo R. Laban”, diretto da Federica Tecchiati.

Dal 2000 al 2013 partecipa come docente e performer all’ Università Estiva di Danza Terapia. 

Ha condotto percorsi e seminari formativi di Teatro Sociale e di Comunità al Centro Studi Danza di Cagliari, a Palaia (Pisa), Assisi e Milano nell’ambito della formazione in danza movimento terapia integrata, alla Scuola di Teatro Sociale di Firenze per conto della compagnia Isole Comprese Teatro, al Cantiere dei giochi e delle arti di Tempio Pausania per conto della società di servizi per lo spettacolo Maldimarem, a Sant’Antonio Valfurva (SO) per conto del Centro Diurno Disabili “La nostra baita”.

In collaborazione con il Centro Studi Danza Arte Terapia di Cagliari organizza le giornate di studio su Teatro e Terapia “Altro in me, altro da me” (2004), a cui intervengono Claudio Bernardi (ricercatore, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo dell'Università Cattolica di Brescia, autore tra gli altri del testo "Il Teatro Sociale)), Emilio Pozzi (giornalista, docente di Teatro alla facoltà di sociologia di Urbino, co-fondatore della rivista "Catarsi - Teatri delle diversità"), Piero Ristagno (poeta e fondatore della compagnia Neon), Salvo Pitruzzella (dramma-terapeuta, autore, direttore artistico della Scuola di formazione in Drammaterapia di Lecco), Mary Duggan (autrice, ricercatrice e dramma-terapeuta) , Vincenzo Puxeddu (Fisiatra, Docente di Danza Terapia all'Accademia Nazionale di Danza di Roma, corresponsabile Laurea Magistrale Danza Terapia presso l'Università René Descartes di Parigi).

Nel 2006, scrive "Il Teatro dei fratelli Scomparso", rappresentazione simbolica del rapporto tra teatro e follia. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Alkestis, ha partecipato alla V edizione del Festival delle Arti Espressive, Teatro Perempruner, Grugliasco (Torino); alla Vetrina 2007 dell'Associazione Enti Locali per lo Spettacolo della Provincia di Cagliari; alla II edizione del Festival Nazionale "Altri Teatri", Teatro Comunale "Traetta"di Dibitonto (Bari); al progetto Mibac "Un'isola in Festival", organizzato dalla Fondazione Teatro Lirico di Cagliari per conto della Regione Sardegna; alla rassegna 2009 "Un ponte sulla scena", Teatro Comunale di Carbonia.

Dal 2007 al 2009, unitamente al Teatro Alkestis e in collaborazione con il Centro Studi Danza Arte e Terapia, organizza tre edizioni di Teatri dal Margine, rassegna dedicata al Teatro Sociale e di Comunità, con l'obiettivo di mettere in rete e a confronto esperienze e metodologie di teatro professionistico specificamente riferibili a contesti educativi e riabilitativi: tra gli altri hanno partecipato Alessandro Fantechi ed Elena Turchi della compagnia e Scuola di Teatro Sociale "Isole Comprese Teatro" (Firenze), Mariolina Carfani della compagnia "Lenz Rifrazioni" (Parma), Enzo Toma attore e regista della compagnia "Maccabeteatro" (Conversano), Alessandro Pontremoli professore associato di Discipline dello Spettacolo (Teoria e tecniche del teatro educativo e sociale) presso la Facoltà di Scienze della Formazione (Corso di Laurea in D.A.M.S.) dell’Università degli Studi di Torino, Sergio Bullegas docente di Storia e Critica del Teatro e dello Spettacolo dell'Università degli Studi di Cagliari, e Salvo Pitruzzella.

 

Dal gennaio 2019 avvia "La Scuola che Farei", processo triennale di Teatro Sociale e di Comunità per l'inclusione sociale, la cooperazione, la valorizzazione e lo sviluppo culturale del territorio di Bormio e dell'Alta Valtellina, a cui partecipano Istituto Scolastico Superiore "Alberti", Comune e Biblioteca di Bormio, Cooperativa Sociale "Stella Alpina" e "San MIchele", Centro Diurno Disabili di Sant'Antonio Valfurva, Ente Parco Nazionale dello Stelvio, associazione "Oltre la scuola", Comuni di Valdisotto, Valdidentro, Livigno, Sondalo.


 

 

                                              

 

         LA ROSA DI GERICO  a cura di Andrea Meloni 


Si sente spesso parlare di “Teatro Sociale”, ma non sempre si sa darne una precisa definizione, non sempre si è in grado di riconoscerne le specificità, non sempre se ne conoscono le origini o le esperienze più significative. Il teatro è teatro, si dirà, e bisogna maneggiarlo con cura, soprattutto nelle scuole, negli istituti detentivi o nei centri di salute mentale, dove la pratica teatrale non garantisce in automatico i benefici attesi. In tali ambiti più che altrove occorrono conoscenza del linguaggio teatrale, strumenti di lettura, metodo, tecniche, consapevolezza dei rischi e delle opportunità e, sopra ogni cosa, volontà di generare e accogliere processi poetici di trasformazione.  
“La rosa di Gerico” è stata concepita con l'obiettivo di avvicinare il cittadino, lo studente e il professionista al “Teatro Sociale”, coscienti di trattare un universo culturale piuttosto complesso e in continuo movimento, il cui argomento si nutre di esperienze che mai si chiudono e che mal si prestano ad essere definite in assoluti. Andrea Meloni, attore e regista, direttore artistico del Teatro Alkestis, in circa due ore di conferenza -spettacolo racconterà la propria esperienza ventennale di teatro in centri di salute mentale, comunità protette, centri diurni, istituti penitenziari. Passerà in rassegna quattro lustri di lavoro sempre diverso, spesso indimenticabile, nei luoghi più disparati, con persone le cui “mancanze" ogni volta riportano ad una nuova necessità di teatro, ad un teatro necessario che attraversa il panorama teatrale contemporaneo con passi di fulgida e abbacinante invisibilità.  

 

 

 

 

 

 

                             

 

                       

                             DAL RITO al LABORATORIO DI SERVIZIO  diretto da Andrea Meloni 

Dal rito ebbe origine il teatro. Nelle comunità arcaiche la ritualità e la rappresentazione drammatica erano funzionali allo sviluppo e al benessere della persona e della collettività. Diversi studi antropologici hanno osservato come le cosiddette “società primitive” facessero uso del rito, dell'arte e della festa per gestire le criticità sociali e il rapporto con la natura, per conservare ed evolvere la propria cultura, per accompagnare i componenti della comunità nelle delicate fasi di cambiamento esistenziale. La psicanalisi ha mostrato che nel vissuto quotidiano di ciascuno è presente una “ritualità inconscia”, come nel bambino esiste una naturale attitudine al gioco drammatico.


A partire dal 1997, mi sono posto il problema di riqualificare il mio modo di intendere e condurre i laboratori teatrali perché, per quanto mi fossero chiare le potenzialità educative e terapeutiche del teatro, ero pure consapevole che praticarlo nelle scuole, negli istituti detentivi o nei centri di salute mentale, non garantisse in automatico i benefici attesi. In tali ambiti più che altrove occorrono profonda conoscenza del linguaggio teatrale, strumenti di lettura, metodologie, tecniche, consapevolezza dei rischi e delle opportunità, e sopra ogni cosa, volontà di generare e accogliere processi poetici di trasformazione (

Ristabilire la connessione tra rito e teatro, rivalutandone i significati e le funzioni delle origini, fu il mio primo passo dentro un processo di adeguamento professionale ai compiti educativi e terapeutico-riabilitativi che intendevo perseguire. Dallo studio dei “riti di passaggio” scaturì l'intuizione di adattare l'organizzazione spazio-temporale dei miei laboratori teatrali ai “modelli processuali” osservati dall'antropologo Arnold van Gennep. (Andrea Meloni)


Il percorso è rivolto a coloro che si occupano di “formazione e cura della persona”.

E' stato concepito col fine di trasmettere competenze teatrali, di carattere tecnico e teorico, da indirizzare verso obiettivi didattici, educativi e riabilitativi.
Sono previsti due percorsi differenziati:
1.
Indirizzo terapeutico/riabilitativo per psichiatri, psicoterapeuti, infermieri, operatori sociosanitari, attori, studenti universitari
2.
Indirizzo didattico/educativo per docenti, insegnanti di sostegno, educatori, attori, studenti universitari
 

Il programma di studio e sperimentazione comprende le seguenti dimensioni didattiche:
-
Fondamenti e tecniche di teatro
- Analisi dei modelli processuali e la costruzione di un laboratorio di servizio
- Metodologia e tecniche di conduzione
- Dinamiche di gruppo

 

 

 

 

 

 

 

                                                   

 

 

                                                   

 

 

VARIAZIONI G 

dal Teatro Canzone al Teatro espressivo-corporeo

 

diretto da Andrea Meloni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Variazioni G. è un percorso di propedeutica e creazione teatrale, realizzato in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber, rivolto agli utenti dei CSM e imperniato sul confronto con la genialità, l'ironia, la rottura degli schemi, anche mentali, che caratterizzano l'opera di Giorgio Gaber e Sandro Luporini.

La scelta di impiegare l'opera di Gaber nell'ambito della salute mentale è particolarmente adeguata a quel bisogno di fare teatro come processo artistico di individuazione e trasformazione personale e di gruppo.

Variazioni G è stato realizzato per la prima volta in Sardegna, nell'autunno del 2016, coinvolgendo complessivamente circa trenta persone adulte del territorio della Barbagia Mandrolisai, afferenti al CSM di Sorgono.

Il 9 giugno 2017 è stato presentato, in forma privata, un primo studio dell'esito scenico. La rappresentazione “VARIAZIONI G”, in forma pubblica e definitiva, ha debuttato il 13 ottobre 2017 nel Teatro Comunale di Tonara, in replica, il 10 novembre 2017, nel Teatro Comunale di Sorgono e il 18 maggio 2018, al Teatro Civico di Alghero, in occasione del 40° anniversario della legge 180. 

Il percorso nella fase laboratoriale è suddiviso in tre aree di lavoro, con funzioni differenti:

1. propedeutica teatrale – esercizi per trasferire una competenza di base sul linguaggio teatrale, per sviluppare una necessaria consapevolezza dello spazio e del movimento, per potenziare le risorse ed arginare le criticità di ciascun partecipante;

2. analisi dei testi per l'esito scenico, selezionati dall'opera del Teatro Canzone e del Teatro Evocativo di Giorgio Gaber e Sandro Luporini;

3. esercitazioni sceniche e prove per l'adattamento scenico dei testi di Gaber e Luporini.

L'obiettivo della prima fase è di avvicinare gli utenti all'universo artistico di Giorgio Gaber. Nella seconda fase si compie un lavoro di analisi dei testi selezionati al fine di evidenziarne la "vis introspettiva", l'universalità dei temi, la risonanza con i vissuti dei partecipanti al laboratorio.

Nella terza fase, infine, si lavora sull'adattamento teatrale dei testi e sulla regia dell'esito scenico.

Durante le riunioni con l'equipe del CSM si svolge un lavoro di osservazione e valutazione degli utenti, limitato al setting del laboratori.

In fase di avvio e di chiusura del laboratorio vengono compilate delle griglie di valutazione.

In particolare si osservano e valutano aspetti strettamente legati al linguaggio teatrale (ritmo, utilizzo dello spazio, velocità, energia, qualità del peso etc.) e al grado di presenza e partecipazione al laboratorio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

EN PLEIN AIR

esperienze di teatro di servizio

per la tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale

a cura di Andrea Meloni

 

Proposta di teatro oltre il teatro, ispirata alla definizione data da Piergiorgio Giacché (docente di Antropologia Teatrale, Università di Perugia) sul Teatro-Servizio;

esso, secondo Giacchè, riguarda le pratiche che dimostrano il beneficio del medium teatrale in tutte quelle esperienze sociali e comunitarie nelle quali il teatro viene adoperato come strumento di un intervento educativo e/o di tutela, non autonomo, ma subordinato alla funzione altra che si è candidato a soddisfare.

 

In particolare “En plein air” è un progetto che persegue obiettivi di diritto all'arte per tutti e che può essere più specificatamente inquadrato tra le pratiche di “Interpretazione ambientale”, intesa come scienza-arte-mestiere della comunicazione applicata alla conservazione del patrimonio naturale, storico e culturale ( Giovanni Netto 2002).

 

“En plein air” - esperienze di teatro di servizio – si fonda sullo stile interpretativo, atto a rivelare “ una storia”, evidenziare le connessioni, comunicare un messaggio più ampio e profondo per aiutare i fruitori a porsi in relazione con “l’oggetto” interpretato in modo empatico, partecipativo e consapevole.

 

Tre sono gli ambiti del progetto:

1. Teatro di narrazione: spettacolo per aree naturali, con aedo e coro, legato a contenuti e temi relativi al patrimonio naturale del territorio

2. Teatro d'indagine: i racconti degli anziani (recupero, attraverso interviste, di esperienze, leggende e conoscenze sul patrimonio naturale del territorio)

3. Teatro di comunità: laboratorio per la preparazione di un coro teatrale che coinvolga e avvicini al linguaggio teatrale persone del territorio, che recuperi e attualizzi la funzione “guida” del teatro greco

4. Percorsi di Teatro e Natura: esperienze creative ed evocative di approccio e sperimentazione ambientale


 

CONFERENZA SPETTACOLO
PERCORSI FORMATIVI
conferenza spettacolo
percorso formativo
LABORATORI DI SERVIZIO
laboratorio di servizio
TUTELA DEL PATRIMONIO AMBIENTALE
TUTELA DELLA SALUTE MENTALE
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