Andrea Meloni
Attore - Autore - Formatore teatrale - Esperto di Teatro Sociale e di Comunità - Direttore artistico Teatro Laboratorio Alkestis

ph Stefano Fanni
Teatro Sociale e di Comunità
Si sente spesso parlare di “Teatro Sociale”, ma non sempre si è in grado di darne una precisa definizione, di distinguere le differenze. Non sempre se ne conoscono le origini o le esperienze più significative. Il teatro è teatro, si potrà dire, eppure occorre impiegarlo con una particolare cura, soprattutto negli ambiti educativi e riabilitativi, dove la pratica teatrale di per sé non garantisce in modo automatico i benefici attesi e la buona riuscita dei processi trasformativi.
In tali contesti, più che altrove, oltre alla conoscenza del linguaggio teatrale, occorre sviluppare altre competenze, attivare particolari metodologie in rapporto a specifici obiettivi di cui il teatro non è il fine, ma il tramite.
Ho cominciato ad occuparmi di Teatro Sociale e di Comunità dal 1997, a partire da un laboratorio teatrale rivolto ad un gruppo di utenti afferenti al Centro di Salute Mentale di Ales (OR).
Tra il 1999 e il 2004 ho sviluppato una personale metodologia a mediazione teatrale, ispirata ai modelli processuali dei riti di passaggio delle comunità primitive, rivolta allo specifico ambito psichiatrico e impiegata come strumento di contrasto agli stigmi e di tutela della salute mentale.
Tra il 1997 e il 2010 ho progettato e curato laboratori di servizio realizzati per conto dei CSM di Cagliari, Sanluri, San Gavino, Carbonia, Sorgono, dei servizi sociali dei Comuni di Atzara, Meana Sardo, Desulo, Sestu, Sarroch, Monastir, Decimo Putzu, Siliqua, Vallermosa, Villasor, Villaspeciosa, Uta e del carcere di massima sicurezza di Tempio Pausania.
Come formatore e ricercatore di Teatro Sociale e di Comunità ho presentato la mia esperienza in conferenze e seminari, tenuti a Cagliari, Palaia, Assisi, Sassari, Tempio Pausania, Arzachena, Firenze, Milano, Cerignola, Sant’Antonio Valfurva, Bormio, Santulussurgiu, Lecco (scuola di drammaterapia).
La mia formazione si fonda su differenti metodologie di analisi del movimento e di espressività corporea, applicate in forma integrata nei laboratori educativi e riabilitativi:
- “Metodo Feldenkrais” diretto da Fiammetta Bianconi, nell'ambito della Accademia Internazionale di Teatro di Roma
- “Authentic Movement” diretto da Zoe Avstreih e da Yael Barkai
- "Expression primitive", diretti da Johan Dhaese, France Schott Bilmann
- “Metodo R. Laban”, diretto da Federica Tecchiati.
Dal 2000 al 2013 partecipo come docente e performer all’ Università Estiva di Danza Movimento Terapia.
Ho condotto percorsi e seminari formativi di Teatro Sociale e di Comunità al Centro Studi Danza di Cagliari, a Palaia (Pisa), Assisi e Milano nell’ambito della formazione in danza movimento terapia integrata, alla Scuola di Teatro Sociale di Firenze per conto della compagnia Isole Comprese Teatro, al Cantiere dei giochi e delle arti di Tempio Pausania per conto della società di servizi per lo spettacolo Maldimarem, a Sant’Antonio Valfurva (SO) per conto del Centro Diurno Disabili “La nostra baita”.
In collaborazione con il Centro Studi Danza Arte Terapia di Cagliari mi sono occupato dell'organizzazione delle giornate di studio su Teatro e Terapia “Altro in me, altro da me” (2004), a cui sono intervenuti Claudio Bernardi (ricercatore, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo dell'Università Cattolica di Brescia, autore tra gli altri del testo "Il Teatro Sociale)), Emilio Pozzi (giornalista, docente di Teatro alla facoltà di sociologia di Urbino, co-fondatore della rivista "Catarsi - Teatri delle diversità"), Piero Ristagno (poeta e fondatore della compagnia Neon), Salvo Pitruzzella (dramma-terapeuta, autore, direttore artistico della Scuola di formazione in Drammaterapia di Lecco), Mary Duggan (autrice, ricercatrice e dramma-terapeuta) , Vincenzo Puxeddu (Fisiatra, già Docente di Danza Terapia all'Accademia Nazionale di Danza di Roma, corresponsabile Laurea Magistrale Danza Terapia presso l'Università René Descartes di Parigi).
Nel 2005, scrivo e interpreto "Il Teatro dei fratelli Scomparso", rappresentazione simbolica del rapporto tra teatro e follia. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Alkestis, ha partecipato alla V edizione del Festival delle Arti Espressive, Teatro Perempruner, Grugliasco (Torino); alla Vetrina 2007 dell'Associazione Enti Locali per lo Spettacolo della Provincia di Cagliari; alla II^ edizione del Festival Nazionale "Altri Teatri", Teatro Comunale "Traetta"di Dibitonto (Bari); al progetto Mibac "Un'isola in Festival", organizzato dalla Fondazione Teatro Lirico di Cagliari per conto della Regione Sardegna; all'edizione del 2009 della rassegna "Un ponte sulla scena", Teatro Comunale di Carbonia.
Dal 2007 al 2009, unitamente al Teatro Alkestis e in collaborazione con il Centro Studi Danza Arte e Terapia, mi sono occupato della direzione artistica di Teatri dal Margine, rassegna dedicata al Teatro Sociale e di Comunità, con l'obiettivo di mettere in rete e a confronto esperienze e metodologie di teatro professionistico specificamente riferibili a contesti educativi e riabilitativi: tra gli altri hanno partecipato Alessandro Fantechi ed Elena Turchi della compagnia e Scuola di Teatro Sociale "Isole Comprese Teatro" (Firenze), Mariolina Carfani della compagnia "Lenz Rifrazioni" (Parma), Enzo Toma attore e regista della compagnia "Maccabeteatro" (Conversano), Alessandro Pontremoli professore associato di Discipline dello Spettacolo (Teoria e tecniche del teatro educativo e sociale) presso la Facoltà di Scienze della Formazione (Corso di Laurea in D.A.M.S.) dell’Università degli Studi di Torino, Sergio Bullegas (docente di Storia e Critica del Teatro e dello Spettacolo dell'Università degli Studi di Cagliari) e Salvo Pitruzzella (drammaterapeuta).
Dal 2011 collaboro con l'associazione "La Speranza" di Badesi (SS), realizzando svariati esiti teatrli, risultato di percorsi di formazione e regia rivolti ad utenti con deficit cognitivo e volontari.
Nel 2019 realizzo per conto dell'Istituo Scolastico Superiore "Alberti" di Bormio (SO) il progetto sperimentale "La Scuola che Farei", processo triennale di Teatro Sociale e di Comunità per l'inclusione sociale, la cooperazione, la valorizzazione e lo sviluppo culturale del territorio di Bormio e dell'Alta Valtellina, a cui hanno partecipato il Comune e la Biblioteca di Bormio, le Cooperative Sociali "Stella Alpina" e "San MIchele", il Centro Diurno Disabili di Sant'Antonio Valfurva, l'Ente Parco Nazionale dello Stelvio, l'associazione "Oltre la scuola", i Comuni di Valdisotto, Valdidentro, Livigno, Sondalo.
Nel 2024 collaboro per conto del Parco Nazionale dello Stelvio, in un progetto di Teatro e Comunità che affronta "il dramma sociale" generato dal ritorno del lupo in Valtellina e Val Camonica.
Tra il 2024 e il 2025 ho realizzato due laboratori teatrali e un corso di aggiornamento professionale per conto del Centro di Riabilitazione Psichiatrica dell'Azienda Sanitaria di Cagliari.
“ A C T I N G “
a g i r e i l c a m b i a m e n t o
pratiche di Teatro Sociale
per il rinnovamento nelle professioni di ambito formativo e riabilitativo
“Acting” è un termine anglosassone che ha significati diversi, tra loro contrastanti, quali compiere azioni nella vita quotidiana o eseguire una performance sulla scena; può aver luogo in contesti ordinari o straordinari, di finzione o autenticità; può riguardare direttamente l’arte teatrale o riferirsi ad una qualunque professione.
“Acting”, nello specifico di questa proposta, è un’esperienza creativa, assimilabile alle pratiche di Teatro Sociale, particolarmente rivolta a professionisti/e che si occupano di formazione, educazione e riabilitazione, accomunati/e dal bisogno e dalla volontà di sviluppare nuovi modi di pensare e di praticare il proprio lavoro.
Il teatro, in questa esperienza, viene proposto come :
- attraversamento di luoghi simbolici, resi tramite finzioni e dispositivi drammatici, riconducibili agli ambiti e ai vissuti della realtà professionale dei partecipanti, luoghi in cui quotidianamente le diverse professioni devono far fronte ai continui e rapidi cambiamenti della nostra epoca;
- processo d’interpretazione di ambienti sociali e culturali, come scuole, penitenziari, centri di salute mentale, e più in generale luoghi della comunità deputati “alla crescita e al benessere partecipati” della persona;
- dispositivo di riflessione e d’invenzione per aumentare in dinamismo e in efficacia la capacità di affrontare le sfide quotidiane a cui ogni professione è chiamata.
“ Diario di un ritorno “
progetto di Teatro Sociale per la Comunità dell'Alta Valtellina
“Diario di un ritorno” è la rappresentazione composita di un dramma sociale, che nello specifico si riferisce alla comunità dell’Alta Valtellina e che affronta, tramite il linguaggio teatrale, un argomento emotivo come quello del ritorno del lupo.
La ricomparsa del “grande predatore” è un fenomeno che produce effetti a cascata, che vanno ben oltre lo specifico contesto ambientale e che comportano implicazioni anche sul territorio e sulla comunità.
Occorre dire, inoltre, che una discussione sulla “questione lupo” è di complicata gestione e fortemente divisiva, perché intrisa di fattori culturali, di suggestioni popolari, condizionata da interessi particolari, nonché dalla paura del cambiamento, aspetti che nel loro insieme attivano sulle parti direttamente coinvolte un istintivo comportamento difensivo, spesso causa di posizioni radicali, di profondi disaccordi e disgregazione sociale.
L'interpretazione e la rappresentazione del "dramma sociale" hanno la funzione di mettere al servizio dell’intera comunità un’esperienza di autocoscienza e di riflessione sulle dinamiche divisive, innescate dal ritorno del lupo, con lo scopo di trasformarle in un’opportunità di ascolto, di mediazione, di compromesso sociale e infine di cooperazione verso una soluzione partecipata, da cui possa scaturire una rinnovata e più profonda coesione comunitaria.
In “Diario di un ritorno” della questione lupo viene mostrata un’immagine composita, paragonabile ad una fotografia d’insieme, inclusiva delle differenti istanze e visioni, intercettate a livello comunitario durante un periodo d’indagine. Tali visioni hanno generato gli spunti e i contenuti per la rappresentazione, basata su un racconto dei fatti, al netto da giudizi di parte, da posizioni fondamentaliste, da tentativi volontari o meno di manipolare la realtà a favore di qualunque posizione particolare.
“Diario di un ritorno” è nato in seno ad un progetto di Teatro Sociale voluto dall’ERSAF - Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alla Foreste - realizzato in collaborazione con gli scienziati del Parco Nazionale dello Stelvio, e finalizzato alla promozione e alla sperimentazione di sistemi alternativi di confronto e mediazione comunitaria, utili per affrontare argomenti di pubblico interesse, tramite metodi analitici, cotruttivi e di sintesi.