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Satira

ph  Stefano Fanni

Il 20 Luglio 1969, alle ore 20:18, Apollo 11 fu la missione spaziale che per prima portò gli esseri umani sulla Luna... ci fossero rimasti!

Andrea Meloni

Esperienze
Esperienze

Nel '91/92 lavora come figurante speciale nel varietà satirico di RAI 3 "Avanzi". Nel ’93, come autore di satira, vince il premio nazionale della rivista “Comix". Nello stesso anno partecipa al talk show di Videolina  “Dopo cena”, presentato da Maurizio Costanzo e scrive “pezzi” di satira per il quotidiano “L’Unione Sarda”. Sempre nel '93 scrive e interpreta lo spettacolo di Teatro Canzone "Il Palazzo sullo Sgabello" e lo spettacolo di satira "Cagliari: Istruzioni per l'uso".

Dopo circa vent'anni dedicati alla ricerca e la sperimentazione teatrale si riaffaccia al genere comico e satirico con una serie di studi scenici: Ritorno allo Sgabello; Comédie Silencieuse; Un crimine senza precedenti (intervista a Caino). Questi lavori hanno fatto da preludio ad una trilogia di produzione teatrali prodotti dal Teatro Laboratorio Alkestis:

 

 

 

 

Spettacolo di teatro e musica, con la regia di Sabrina Mascia, nasce da un'ampia ricerca sull'arguzia e l'umorismo. Presentato in anteprima nazionale nella stagione 2015 al Teatro Alkestis di Cagliari e al Teatro Zelig di Milano, comprende monologhi e canzoni con musiche originali, composte dal musicista Alessandro Lanzoni. Insieme allo stesso Lanzoni (pianoforte), i musicisti Matteo Bortone (contrabbasso) e Enrico Morello (batteria). Alessandro Lanzoni nel 2013 e Matteo Bortone nel 2015 hanno vinto il “Top Jazz” come migliori giovani talenti, attribuito dai più qualificati giornalisti italiani per la rivista Musica Jazz.
Dello stesso spettacolo è stato prodotto un cofanetto contenente un CD con i brani più

rappresentativi (suonati dagli stessi Lanzoni, Bortone Morello) e un catalogo artistico, realizzato dal fotografo Stefano Fanni. 
L'Incantanebbia è il gran cerimoniere della decadenza contemporanea; nella sua figura coesistono maschere e costumi, contraddizioni e paradossi del nostro tempo.
Il suo kabarett dissoluto è la celebrazione del carnevale osceno in cui si trova immersa la società
globale, noncurante della nebbia morale ed economica che intanto l'avvolge.
La sua arte della provocazione, caustica, beffarda e irriverente, si rifà al kabarett sociale e politico della repubblica di Weimar, successivamente bandito dal nascente nazismo perché considerato come “arte degenerata”. A partire da uno studio sulle figure allegoriche dell'inferno dantesco, la regia di Sabrina Mascia, attraverso il personaggio dell'Incantanebbia, ha ritratto e messo in mostra i vizi della società globale.
I testi dello spettacolo trattano in forma satirica e da differenti prospettive le dimensioni della politica, del sociale, della famiglia, dell'individuo. In essi mondo classico e modernità si mescolano;l'attualizzazione di figure mitologiche e storiche è ricorrente e brani come La cena degli incontinenti, L'Idra di Lerna, La nuova Medusa, La doglianza dei Ciclopi ne sono un dichiarato esempio. L'intero lavoro di scrittura è stato portato a compimento attraverso alcuni testi-guida come “La modernità liquida” e “Il sesto potere” di Z. Bauman o “Minima moralia” di T. Adorno. 


 

 

 

 

 

 

 

L’immagine di una nuova crociata, non ideologica, né confessionale, che semina l'odio e che sventola il vessillo dell'intolleranza, è la suggestione da cui scaturisce la scrittura e la messa in scena de “La crociata dei senza fede”.

A muovere i passi di questa “marcia” dell'idiosincrasia, sono un uomo e una donna, due proseliti girovaghi, intolleranti radicalizzati. Sono una sorta di remake della coppia umana originaria, degli Adamo ed Eva in salsa western, abiuranti, fustigatori e cinici. Il bersaglio della loro personale crociata è il mondo occidentale contemporaneo, che la falce del fastidio assoluto colpisce trasversalmente. Nel nome dell'intolleranza non risparmiano niente e nessuno. Nella cacciata dal paradiso, rappresentazione simbolica di un'ideale di vita perduto, forse l'origine di tanto odio.

 

 

 

 

 

Viaggio ideale in Germania durante la breve e intensa stagione della Repubblica di Weimar – con la sua ricca e feconda temperie artistica e culturale – con l’affascinante e grottesco “Katakombe Kabarett” firmato Teatro Laboratorio Alkestis e Compagnia d’Arte Circo Calumèt.

Tra sketckes, parodie e canzoni gli attori Andrea Meloni (anche autore dei testi originali) e Sabrina Mascia faranno rivivere le atmosfere della Berlino degli Anni Venti e Trenta – con un’antologia di monologhi e dialoghi ispirati ai fortunati spettacoli di Die Katakombe – il kabarett politico-letterario fondato da Werner Finck, Hans Deppe e Robert Adolf Stemmle, dove si sono esibiti artisti come Rudolf Platte, Theo Lingen, Ursula Herking, Isa Vermehren, Ernst Busch, Hanns Eisler, Erich Kästner, Ivo Veit e Erik Ode.

Un raffinato divertissement sul filo dell’humour nero tra satira e nonsense per una riflessione in tono ludico scherzoso sui temi scottanti dell’attualità – dalle più delicate e complesse questioni politiche alle drammatiche emergenze sociali, dai paradossi della democrazia alle stravaganti logiche del potere, per mettere in scena con ironia e in chiave squisitamente contemporanea in dibattito della società civile su argomenti cruciali – tra etica ed estetica.
Una pièce scoppiettante e sorprendente, costruita per quadri e libere associazioni e contrasti, tra folgoranti allegorie e amare verità, che propone un’indagine sulla natura umana, tra nobili e generosi slanci e inconfessabili impulsi: una rigorosa partitura, tra eleganti esercizi di stile e argute provocazioni, da cui affiora, per squarci e illuminazioni, un vivace affresco della società.

Quasi un ritorno alle origini per l’eclettico artista – dall’esordio con lo spettacolo “Il Palazzo sullo Sgabello”, agli articoli di satira sul quotidiano “L’Unione Sarda”, al primo premio come autore umoristico per il concorso nazionale della rivista “Comix”.
Una cifra ironica venata di sottile malinconia – da clown post-moderno – che volge verso l’humour nero per un “Katakombe Kabarett” tutto da (ri)scoprire con tutta l’eleganza, le battute feroci e le emblematiche canzoni, insomma tutta la “pericolosità” dei pensieri in libertà – tanto da suscitare l’interesse – dopo l’avvento del regime nazista – del ministro Joseph Goebbels, che ne ordinò la chiusura, con conseguenze drammatiche per gli artisti che avevano saputo cogliere fin troppo bene lo spirito dei tempi.

Alle soglie del Terzo Millennio Andrea Meloni e Sabrina Mascia ripropongono la formula dell’originale, puntando gli strali della satira sul declino della civiltà occidentale e sulle contraddizioni e i nodi irrisolti dell’economia e della politica e perfino della cultura in una miscela esplosiva per ridere e sorridere… e pensare. (Redazione "Sardegna Reporter")

 

 

 

 percorso de-formativo per un Teatro Kabarett

Dal lavoro dell'attore su se stesso possono scaturire due direzioni e una domanda. 

La domanda è: perché “l'attore” è un lavoro? 
Le direzioni sono: la via dei grandi maestri del '900 e il metodo Stranislavskij. 

Chi intraprende la via dei grandi maestri, nel giro di pochi laboratori potrà dirsi Attore con la o chiusa, formato nella verità e nel verbo della dottrina teatrale. 
Chi invece intraprende il metodo Stranislavskij, nel giro di un solo incontro comprende di essersi infilato in un mare di guai e che ogni tentativo di uscita potrà dirsi “metodo”. 

Il percorso de-formativo teatrale “Il metodo Stranislavskij” è particolarmente adatto a chi si iscrive. 
Prevede tre livelli di preparazione: sprovveduti, votati alla catastrofe, attori senza arte ne parte. 

Il programma didattico comprende: 
il training dell'attore da sdraiato; 
tecniche di amnesia scenica; 
esercizi di bassa stima; 
uso della voce impostata in situazioni di pericolo; 
studio della forza in simulazioni di trasloco; 
studio del peso nel peso dello studio; 
lo spazio in analisi;
interpretazione enfatizzata dei sogni. 
E' previsto un esito scenico a prescindere.

Il laboratorio è aperto a chiunque desideri svolgere uno studio e una sperimentazione del teatro comico al fine di individuare e sviluppare uno stile interpretativo del tutto personale, rivolto alla creazione di personaggi e testi per un teatro kabarett.

Il percorso formativo verte su diverse dimensione d'approccio al linguaggio comico. Dimensione sociologica, con lo studio sperimentale delle teorie di Bergson e Dupréel. Dimensione scientifica, con gli studi sui motti di spirito di Freud. Dimensione storica con sperimentazione di tecniche e stili derivanti dalla commedia antica, dal teatro grottesco, dalla comédie-française, dal teatro all'improvviso, dal kabarett tedesco, dal teatro dell'assurdo e dal teatro canzone. Dimensione artistica a partire dai concetti sull'umorismo e il comico di Pirandello, Baudelaire e Breton. 

Il laboratorio comprende incontri intensivi e workshop di approfondimento monografico. Al termine del percorso gli allievi sono chiamati alla presentazione di una propria mini-tesi sul comico e ad un'interpretazione pubblica di un monologo di teatro kabarett.

L' INCANTANEBBIA Kabarett (2015)
LA CROCIATA DEI SENZA FEDE (2016)
KATAKOMBE Kabarett (2017)
IL METODO STRANISLAVSKIJ
Percorso de-formativo
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